La Marcia della Pace è arrivata alla Rocca Maggiore di Assisi



La Marcia della Pace è arrivata alla Rocca Maggiore di Assisi

La Marcia per la pace, PerugiAssisi – la sessantesima – ha preso il via. Come solito, bandiere al vento – prevalentemente arancioni – in nome della fratellanza tra i popoli e quest’anno anche per una sanità mondiale, tantissima gente si è ritrovata a Borgo XX Giugno, davanti l’ingresso dei giardini del Frontone.

“I care”, letteralmente “mi prendo cura”: è questo lo slogan scelto dagli organizzatori per caratterizzare l’edizione 2021 della Marcia della Pace Perugia-Assisi che ha preso il via nel corso della mattinata del 10 ottobre dai giardini del Frontone del Capoluogo umbro. “I care” è un termine utilizzato da Don Milani ed apposto all’ingresso della scuola di Barbiana per rappresentare le finalità educative di una scuola orientata a promuovere una forma di attenzione per l’altro, sollecitando una presa di coscienza civile e sociale.

  • Una marea di persone

Una marea di persone ha riempito in ogni spazio l’area posta di fronte al monumento del XX giugno, uno dei simboli di Perugia, con bandiere, striscioni o semplici cartelli. Importante, come sempre, la partecipazione delle Istituzioni, con gonfaloni provenienti da tutte le città, province e regioni d’Italia. In prima fila quelli della Città di Perugia, della Regione dell’Umbria, della Provincia di Perugia con i rispettivi amministratori.

A portare il saluto dal palco, oltre agli organizzatori con Flavio Lotti in primis, sono stati il sindaco di Perugia, la presidente della Regione dell’Umbria, il vice presidente della Provincia di Perugia, il sindaco di Vicchio (Firenze) nel cui territorio sorge la scuola di Barbiana di Don Milani, il Cardinale Bassetti presidente della Cei ed Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve.

Lotti, in avvio, ha inteso ringraziare prima di ogni altra persona Aldo Capitini, perugino simbolo della non-violenza, che proprio 60 anni fa diede avvio alla prima marcia della pace. La Marcia- ha ricordato- per Capitini è un luogo di incontro, una “grande assemblea in cammino”. E nell’edizione 2021, nelle intenzioni degli organizzatori e partecipanti, vi è la volontà di partecipare per sostenere tutti coloro con non hanno la pace: gli 82 milioni di cittadini nel mondo in fuga dai conflitti, oppure i difensori dei diritti umani minacciati.

Tutte le sedi della Cgil, intanto, saranno aperte oggi, e un’ assemblea è prevista stamane davanti a quella nazionale, dopo l’ assalto ieri pomeriggio sotto la regia di Forza Nuova alla sede della Cgil a Roma, nell’ ambito di una manifestazione contro il green pass nel centro della Capitale che ha causato tumulti e scontri fino a tarda serata, con quattro persone arrestate. “Cgil, Cisl e Uil organizzeranno sabato 16 ottobre a Roma una grande manifestazione nazionale e antifascista per il lavoro e la democrazia”, annunciano i segretari generali delle tre Confederazioni, Landini, Sbarra e Bombardieri.


A Perugia ha parlato anche il cardinal Gualtiero Bassetti e c’era anche anche Don Luigi Ciotti, presidente di Libera, che ha detto “no alla retorica della pace contro la guerra – ha dichiarato a Rai News 24 -, camminare insieme per costruire legalità e giustizia”. In riferimento  ai tafferugli di ieri a Roma e all’attacco alla sede della capitolina Camera generale italiana del lavoro, ha detto che “il dissenso è il sale della democrazia, ma non è invece accettabile la violenza. Fuori i fascisti e similari dalla politica – ha detto – e la politica si deve assumere responsabilità. Si applichino la legge Mancino e legge Scelba perché queste forme di violenza non possono calpestare la diaghita di un Paese”.

Due parole anche sui giovani, Don Luigi Ciotti ha detto: “Non prendiamoli in giro, abbiamo bisogno di libertà e futuro e creiamo le condizioni per poter far vivere la vita”.

  • Il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

La marcia Perugia-Assisi è ancora una volta un segno di speranza. I valori che la ispirano e la partecipazione che continua a suscitare sono risorse preziose in questo nostro tempo di cambiamenti, ma anche di responsabilità.

Questa edizione si svolge a sessanta anni dalla prima marcia promossa da Aldo Capitini, quell’originaria, esigente aspirazione alla pace e alla non violenza ha messo radici profonde nella coscienza e nella cultura delle nostre comunità.

La pace non soltanto è possibile. Ma è un dovere per tutti – Stati, popoli, istituzioni sovranazionali, imprese economiche, forze sociali, cittadini operare per costruirla. La pace si può costruire dal basso, perché impone coerenza nell’agire quotidiano, nel linguaggio che si usa, nella solidarietà concreta verso chi ha minori risorse e maggiori bisogni, nel rispetto per gli equilibri della natura, nella capacità di prendersi cura di quanti si trovano in difficoltà.

La marcia di quest’anno fa proprio il motto “I care”, che don Lorenzo Milani volle affiggere all’ingresso della scuola di Barbiana. Avere a cuore il proprio destino come quello dell’altro che ci sta accanto, come quello della persona lontana che però sappiamo essere a noi legata da una rete invisibile ma robusta, è la scintilla della cultura di pace che può sconfiggere l’egoismo, l’indifferenza, la violenza, la rassegnazione all’ingiustizia.



  • Solidarietà alla Cgil

A fare gli “onori di casa” è stato il sindaco di Perugia, presente insieme agli assessori alla sicurezza-protezione civile ed al marketing territoriale-turismo. All’indomani dei fatti di Roma accaduti ieri, il Primo cittadino ha voluto esprimere solidarietà alla Cgil condannando nel contempo ogni forma di violenza ed intimidazione. Un pensiero affettuoso è stato poi rivolto ad una persona che era solita partecipare alla marcia, ma che ora non c’è più, perché sconfitta dal covid, l’imam di Perugia Abdel Qader. Il sindaco, preparandosi alla marcia, ha inteso ricordare il suo passato nei boy-scout quando era solito intonare la canzone “un’altra umanità”. Ebbene in questa occasione ritroviamo questa umanità nei volti dei partecipanti, negli sguardi, nelle bandiere e nei gonfaloni, in tutto ciò che compone, cioè, la marcia che è assemblea in cammino.


  • Avere a cuore

La città di Perugia condivide pienamente il motto scelto per l’edizione 2021 della marcia “I care”, perché prendersi cura significa “avere a cuore”. Il sindaco ha tenuto a sottolineare come la marcia sia diventata un vero e proprio simbolo della pace, capace di attrarre partecipanti da tutta Italia e da tutto il mondo; per questo ha rivolto un invito a tutti a sostenere la richiesta volta al riconoscimento dell’iniziativa quale patrimonio dell’umanità.

  • La presidente della regione Donatella Tesei

Anche la presidente della Regione, nell’esprimere solidarietà alla Cgil, ha sostenuto come la marcia sia un’ulteriore testimonianza della ferma condanna verso ogni forma di violenza. E’ bello quindi vedere i gonfaloni delle città italiane e, soprattutto, così tante persone farsi portavoce di un messaggio di speranza, riaffermando i principi della fraternità che devono unire tutti i popoli.

Si è unito spiritualmente al messaggio della Marcia anche il Cardinale Bassetti che, proprio in occasione dei 60 anni dell’evento, ha parlato di iniziativa che conferma un impegno che prosegue senza sosta da tanti anni. L’impegno, ancora oggi attualissimo, è quello di prendersi cura dell’altro, perché purtroppo ancora oggi da più parti si odono grida di dolore e richieste di aiuto. Per questo la pace diventa una conquista che richiede lotta e tenacia, ma ancor prima un cammino in salita che tutti insieme dobbiamo compiere.

Ai partecipanti è giunto anche il saluto del Presidente della Repubblica, secondo cui la marcia è ancora un volta un segno di speranza in questo tempo di cambiamenti e responsabilità. Si tratta di un evento che ha messo radici profonde nella comunità per far capire che la pace non solo è possibile ma è un dovere per tutti. Tutti cioè dobbiamo operare per costruirla in ogni nostro agire quotidiano.




  • Pace – Il popolo della pace in Marcia da Perugia ad Assisi al grido di “I CARE”

Un fiume di ragazzi, politici, associazioni e gente comune hanno cominciato a scorrere lungo il sentiero della pace che va, da sessant’anni da Perugia ad Assisi. E’ partita qualche minuto dopo le 9 del mattino la marcia Perugiassisi 2021 che quest’anno sceglie come slogan un tema attualissimo “I Care, la cura è il nuovo nome della pace”. Sul palco tante sono state i politici ad alternarsi, la Provincia di Perugia era presente con il suo vicepresidente:“qui c’è la più grande risposta umana a tutte le problematiche che il mondo affronta quotidianamente, qui c’è passione condivisone e impegno. Esprimo solidarietà e vicinanza fattiva alla CGIL per l’episodio di violenza subito ieri, questa piazza fa capire che c’è un mondo che rifugge la violenza. La politica e le istituzione devo essere in cammino con la gente e tra la gente”.

E’ stato un professore a leggere le parole del messaggio che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato agli organizzatori della Marcia: “La marcia è ancora una volta un segno di speranza, è una risorsa in questo tempo di cambiamento. La marcia ha messo radici profonde nella nostra comunità e la pace va costruita insieme partendo dal basso come state facendo voi oggi, camminando da Perugia a Assisi”. Forti le parole del Cardinale Bassetti che ha ricordato come “’prendersi cura’, chinarsi verso l’altro e il grido che più spesso sento levarsi dalla gente che ascolto ogni giorno”.

C’era alla Marcia Perugiassisi la consigliera di parità della Provincia di Perugia Giuliana Astarita:  “Le donne sanno benissimo cosa vuol dire ‘mi prendo cura’ è un messaggio che noi conosciamo benissimo e dobbiamo condividere con gli uomini. Il concetto di cura deve essere un valore anche sul piano economico visto che spesso sono le donne che si prendono cura della famiglia.  Uno dei temi della marcia di quest’anno è la parità di genere e l’emergenza femminicidi che dall’inizio dell’anno sono stati 85, nonostante nel complesso gli omicidi diminuiscano, significa che circa la metà degli omicidi sono femminicidi”. Questo è il tempo in cui tutti dobbiamo fare come Don Milani e dire: “I care! Mi importa, mi sta a cuore.



“Marciare per la pace è testimoniare un’identità e un intento. Nelle nostre radici e nel nostro impegno c’è la costruzione di una politica – e di una pratica – della cura, della solidarietà, della sostenibilità, dell’inclusione, dei diritti e della loro universalità. Per questo la comunità del Partito Democratico ha voluto onorare anche oggi il messaggio di Aldo Capitini marciando, a 60 anni dalla prima volta, insieme a donne e uomini, associazioni, istituzioni, movimenti, da tutto il mondo, per la pace”. Così, in una nota, il segretario del Pd Umbria Tommaso Bori.

“Qualche giorno fa, alla vigilia della marcia – aggiunge – abbiamo fortemente voluto costruire una agorà nazionale della pace, che si è tradotta in un’occasione di confronto e dialogo molto partecipata e propositiva. Perché siamo convinti che rimettere la pace al centro dell’azione del Partito Democratico sia centrale e urgente e su questo costruiremo una proposta di lavoro”.

“Oggi più che mai – sottolinea ancora Bori – in un momento storico di cambiamenti epocali e segnato dai conflitti, anche sociali ed economici, sentiamo forte la necessità di riaffermare con forza i valori di dialogo, condivisione e solidarietà che sono le radici della PerugiAssisi e che contraddistinguono il nostro impegno politico, sociale e culturale, e che sono parte della nostra identità.

Valori che non solo devono essere annunciati, ma testimoniati e proposti nella quotidianità. L’Umbria, terra di Aldo Capitini, simbolo di pace, non solo deve farsi portavoce dell’urgenza della non violenza, dei diritti umani, della democrazia, ma deve lavorare con rinnovato impegno, costante e concreto, per sconfiggere la violenza, l’odio e le disuguaglianze, per superare individualismi e indifferenza, progettando insieme nuovi percorsi di pace”.

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