
Dal 10 al 12 ottobre in piazza del Comune si pregherà per la pace
Dal 10 al 12 ottobre piazza del Comune diventerà il cuore simbolico della preghiera per la pace, accogliendo l’iniziativa “Il fuoco della pace”, evento promosso – come specificato nel comunicato diffuso dalla Diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e Foligno – insieme a Pro Civitate Christiana, Movimento dei Focolari, Fraternità Evangelii Gaudium e Agesci, con il patrocinio del Comune di Assisi. Per tre giorni, una fiamma accesa e mai spenta, alimentata giorno e notte, farà da centro a un cammino di spiritualità e riflessione condivisa, aperto a tutti coloro che desiderano chiedere il dono della pace nel mondo.
Il vescovo Domenico Sorrentino, nel presentare l’iniziativa, ha sottolineato come l’attuale scenario internazionale – dal Medio Oriente all’Ucraina, dal Congo al Sud Sudan, fino a Myanmar e Haiti – richieda un impegno collettivo di conversione alla nonviolenza, citando le parole di Gesù: “Non siete stati capaci di vegliare un’ora sola con me?”. Un richiamo, ha spiegato, a rimanere vigili accanto a “Cristo nostra pace” affinché i potenti si aprano al dialogo e i popoli non si arrendano alla logica della vendetta.
Durante i tre giorni di veglia, si susseguiranno testimonianze, momenti di preghiera e riflessione comunitaria, accompagnati da gesti simbolici di partecipazione: chiunque potrà portare un pezzo di legno da aggiungere al fuoco, segno tangibile di un desiderio condiviso di costruire ponti e non muri. “Rispondere al fuoco della guerra con il fuoco della pace”, questo lo spirito che anima l’appuntamento, nato in continuità ideale con la Marcia della Pace Perugia–Assisi, storica espressione del cammino di fraternità tra i popoli.
Monsignor Sorrentino ha invitato le comunità della diocesi, le parrocchie e le associazioni a unirsi in modo concreto, affinché da Assisi – città simbolo universale del dialogo e della riconciliazione – possa elevarsi un messaggio di speranza che superi confini, ideologie e differenze. “Davanti al dilagare dei conflitti – ha ricordato – non possiamo restare indifferenti: ciascuno è chiamato a un gesto, anche piccolo, che diventi segno di unità e di fede”.
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