Patteggiamento a 9 mesi per incidente mortale ad Assisi

Incidente a Santa Maria degli Angeli, scontro auto-moto, morto un 53enne di Cannara

Confermato accordo per la 61enne accusata di omicidio stradale

Il gup Natalia Giubilei ha convalidato il patteggiamento a nove mesi per la cittadina ucraina di 61 anni accusata di omicidio stradale per il decesso di Donato Di Lorenzo, operaio cinquantatreenne morto il 5 agosto 2024 lungo via Protomartiri Francescani, nella frazione di Santa Maria degli Angeli. L’intesa raggiunta tra la Procura di Perugia e il legale della donna, l’avvocato Guido Bacino, pone fine al procedimento avviato dopo il violento impatto tra la Ducati Monster guidata da Di Lorenzo e la Toyota Yaris condotta dall’imputata. Secondo la difesa, l’accordo è stato scelto per chiudere la vicenda penale con l’assunzione delle responsabilità contestate. Lo ripora oggi il Messaggero dell’Umbria.

La dinamica del sinistro è stata ricostruita attraverso la consulenza tecnica disposta dal pubblico ministero e affidata all’ingegnere Andrea Adriani. Dalle analisi emergerebbe che la collisione sia avvenuta mentre la vettura stava iniziando una manovra di svolta a sinistra, proprio nel momento in cui il motociclo sopraggiungeva dalla direzione opposta, a una distanza stimata in circa trentadue metri dal punto in cui l’auto aveva iniziato la curva. La valutazione del consulente indica che la conducente avrebbe avuto la possibilità di evitare l’impatto, poiché la moto sarebbe stata visibile nel tratto di uscita della rotatoria, prima dell’incrocio critico.

Secondo le conclusioni tecniche, all’origine dell’errore ci sarebbe stata una distrazione della guidatrice e una errata percezione della velocità a cui procedeva il motociclista. Questa combinazione avrebbe reso la manovra di svolta particolarmente rischiosa, fino a sfociare nello scontro fatale.

La perizia ha analizzato anche il comportamento di Di Lorenzo. L’operaio, che stava percorrendo il tratto in sella alla Ducati, procedeva ad almeno cinquantotto chilometri orari. Dai calcoli effettuati risulta che il motociclista non sarebbe riuscito a frenare in tempo per evitare l’urto. Le simulazioni indicano inoltre che, mantenendo una velocità entro il limite vigente di cinquanta chilometri orari, sarebbe stato teoricamente possibile fermare il mezzo prima del punto di impatto.

Il quadro ricostruito dal consulente del pubblico ministero ha portato a delineare un concorso di responsabilità tra i due conducenti, elemento valutato nel corso delle fasi preliminari del procedimento. La sentenza di patteggiamento sancisce la chiusura dell’indagine e definisce l’aspetto penale della vicenda, a seguito di un iter giudiziario avviato immediatamente dopo l’incidente e proseguito con gli accertamenti tecnici mirati a chiarire la sequenza degli eventi.

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