L’attesa era tanta, ma l’epilogo non è stato quello desiderato: la Juniores di Riccardo Rosselli ha ceduto per 2-0 al Campitello nella finalissima regionale per il titolo A1, piegata da una formazione che ha schierato elementi già stabilmente nel giro della prima squadra, capaci quindi di fare tutta la differenza in campo.
Fonte Ufficio Stampa
ASD Angelana
ANGELANA – CAMPITELLO 0-2
ANGELANA (4-3-3): Turrioni; Rosati, Barbacci, Albrigo, Biagioni (36’ st Narretti); Michelotti (39’ st Simonini), Fermi (31’ st Lorusso), Jessiman; Sensi (14’ st Fortebracci), Fagotti, Sforna. A disp.: Buini, Zea Valdes, Ragusa, Mazzoli, Piselli. All.: Rosselli.
CAMPITELLO (4-3-3): Farnetti; Scimmi, Giorgi, Liberati, Nicolai; Pioli (1’ st Parente), De Angelis (30’ st Raggi), Mazzoni; Bernardini (11’ st Passerini), Carletti, Iurcu (39’ st Giannecchini). A disp.: Bartolocci, Franceschini, Ligorio, Grimani, Ramozzi. All.: Famoso.
ARBITRO: Pal di Perugia.
Guardalinee: Krriku e Innocenzi.
MARCATORI: 10’ pt Carletti, 37’ st Passerini.
NOTE: Ammoniti: De Angelis (C), Carletti (C).
PONTEVALLECEPPI – È mancato l’ultimo passo, ma nulla toglie a quel che è stato. E tantomeno al viaggio che la Juniores di Riccardo Rosselli ha percorso per arrivare all’atto finale del campionato Under 19, che il Campitello s’è preso con merito al termine di una gara tirata e giocata senza risparmio di energie, ma nella quale la differenza dovuta alla maggiore predisposizione dei ternani a disputare gare di un certo tipo ha fatto tutta la differenza del mondo. Una vittoria costruita con una filosofia ben precisa: se i giovani ce l’hai buoni e bravi, tanto vale lanciarli in prima squadra e far conoscere loro cosa significhi giocare nel “calcio dei grandi”. Con quella malizia e quella capacità di pensare alla giocata in anticipo che la pur volenterosa e ammirevole Angelana non poteva avere, perché al cospetto di gente più avvezza a certi palcoscenici (e il Campitello ha portato almeno 3-4 ragazzi stabilmente nel giro della prima squadra a giocarsi la finale) si può fare il possibile, ma sperare solo che i primi a sbagliare possano essere gli altri. E i rossoblù di Famoso non hanno sbagliato una virgola: hanno indirizzato la gara sui binari desiderati in avvio, hanno retto l’urto nel momento in cui l’Angelana ha provato a rialzare la testa, poi hanno gestito senza troppa fatica le operazioni fino a piazzare a una manciata di minuti dalla fine il colpo del ko. Senza nulla da eccepire, perché ai giallorossi si poteva chiedere tutto, ma non di andare una volta di più oltre i propri limiti. Tanto che sono usciti dal campo a testa altissima, consapevoli di aver fatto tanta strada e di essersi fermati solamente al cospetto di una rivale apparsa superiore, almeno nell’atto conclusivo.
LA CRONACA Avrebbe voluto un finale diverso, Rosselli, ma ha poco da rimproverarsi. E tanto meno da rimproverare ai suoi ragazzi, capaci comunque di restare attaccati alla partita sino a che le forze l’hanno sostenuti. Il 4-3-3 di partenza ricalca quello della vigilia, con Fagotti pronto a riprendersi le redini dell’attacco, assistito da Sensi (Fortebracci è recuperato, ma non al top della condizione) e Sforna.
Stesso modulo per un Campitello che pure beneficia della presenza di Carletti e De Angelis in mezzo al campo e di Iurcu e soprattutto Mazzoni in avanti, dimostrando a sua volta di avere un potenziale da urlo. Tanto che al primo vero affondo i rossoblù passano: De Angelis illumina, Carletti s’inserisce nel corridoio lasciato aperto da Albrigo e in uscita anticipa Turrioni, mandando la sfera a sbattere sul palo. La dea bendata però gli restituisce il favore, facendogli carambolare la sfera tra i piedi giusto in tempo per ribadirla nella porta sguarnita. Sono passati 10’ e la finale dell’Angelana è già in salita, con le geometrie che stentano a decollare e le marcature preventive dei ternani che impediscono lo sviluppo della manovra giallorossa.
Non c’è modo di creare pericoli e anzi ci vuole un super Turrioni per dire di no ancora a Carletti, con Rosati bravo a immolarsi nel respingere la sfera lontano appena prima che arrivi Iurcu a ribadirla in rete. Solo dopo la mezzora l’Angelana comincia a rendersi pericolosa, con un colpo di testa di Fagotti salvato sulla linea da Liberati (complice un’uscita errata di Farnetti) e una punizione di Sforna non trattenuta dal portiere ospite, sulla quale Jessiman colpisce di testa ma (suo malgrado) in bocca allo stesso Farnetti. Un paio di tentativi di Fagotti e Sensi che non scendono a sufficienza fanno calare il sipario su un primo tempo chiuso in crescendo, prologo di una ripresa che si apre con la più ghiotta delle opportunità per ristabilire la parità: nel tentativo di anticipare Sforna, ben appostato in area, Bernardini sbuccia la sfera e per poco non beffa il suo portiere, salvato dalla traversa.
L’inerzia pare pendere dalla parte di un’Angelana che mostra un piglio ben determinato, con Fagotti che recrimina per un rigore non fischiato per un intervento ai suoi danni di Liberati. Ma col passare dei minuti le cose cominciano a prendere un’altra piega: il Campitello rimette ordine nelle sue idee e riparte con sempre più incisività, con Carletti onnipresente e bravo a ispirare la manovra e Mazzoni capace di fare reparto da solo. Turrioni due volte salva la propria porta, ma la sensazione è che i rossoblù siano padroni delle operazioni. I cambi operati da Rosselli possono poco, nonostante il buon impatto di Fortebracci: al 37’ una ripartenza orchestrata da Iurcu e rifinita magistralmente da Mazzoni manda in porta Passerini, che col destro firma il raddoppio archiviando la pratica e consegnando il titolo regionale a un Campitello dimostratosi superiore. All’Angelana stavolta non è bastata la generosità mostrata durante tutti i 90’: è un finale amaro, ma che non cambia di una virgola il giudizio su un’annata vissuta a rotta di collo.
COMMENTI Perdere una finale non piace a nessuno e Riccardo Rosselli non ne fa mistero. Ma al netto della delusione, dalle sua parole traspare evidente l’orgoglio per un traguardo mancato più per meriti altrui che per demeriti propri. “Temevamo il Campitello, ma avendo pochi riferimenti sui quali basarci non sapevamo cosa attenderci. Loro hanno sfruttato appieno la possibilità di utilizzare ragazzi che giocano già da tempo nel giro della prima squadra, gente che è abituata dunque a ritmi superiori e che di conseguenza, se in giornata, è capace di fare la differenza. Noi abbiamo portato avanti la nostra filosofia: la finale l’hanno giocata coloro che l’hanno conquistata durante il corso dell’annata, ed è giusto che fosse così. Al Campitello posso semplicemente fare i complimenti, perché ha meritato la vittoria e ha fatto leva sulle sue certezze e sui suoi punti di forza. Ai miei però posso dire solo grazie per quanto hanno saputo dare. Nel primo tempo credo che avremmo meritato di andare al riposo almeno sul risultato di parità, nella ripresa siamo calati un po’ alla distanza, ma se solo quel pallone colpito da Bernardini anziché sulla traversa fosse finito in porta credo che avremmo assistito a tutt’altra partita. Ci serviva un episodio per riaccendere la scintilla, ma purtroppo per noi non è arrivato. Dispiace veder sfumare un titolo che sul campo avremmo meritato (53 punti su 66 disponibili, 67 gol fatti e 22 subiti), ma probabilmente oggi non avremmo potuto fare di più”. Alle parole di Rosselli fanno seguito quelle di Fabio Famoso, tecnico del Campitello: “Grande rispetto e ammirazione per l’Angelana, che s’è dimostrata squadra ostica ma capace di fare un gran bel percorso, come noi. Credo che per quanto fatto nei 90’ la nostra vittoria sia meritata: i ragazzi hanno interpretato al meglio l’incontro, di sicuro avere ragazzi che hanno maturato già esperienze importanti in prima squadra ha aiutato, ma tutti sono andati oltre le loro possibilità”.
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