Nubifragio, sopralluoghi della protezione civile nazionale
Una giornata di sopralluoghi ieri su tutto il territorio comunale per verificare, insieme ai tecnici della Protezione civile nazionale, i danni causati il 23 e il 30 giugno scorsi dal nubifragio e dalla conseguente esondazione del Tescio.
La ragione dei sopralluoghi è per una valutazione dei danni in merito alla richiesta di ottenimento dello stato di emergenza nazionale.
Oltre agli esperti arrivati da Roma erano presenti il sindaco Stefania Proietti, il vice sindaco Valter Stoppini, il dirigente Matteo Castigliego e il geometra Franco Siena e per la Regione i tecnici della Protezione civile regionale con la dirigente Stefania Tibaldi.
Il “giro” di perlustrazioni è iniziato dal percorso verde dove la furia dell’acqua ha rotto gli argini e ha allargato a dismisura il letto del torrente, demolendo parte della staccionata e rovinando l’area giochi installata da poco.
Da lì ci si è trasferiti al parcheggio di San Vittorino dove sono ancora ben visibili gli effetti dell’esondazione con fusti di alberi crollati e prato adiacente completamente invaso dai detriti.
Dal Ponte San Vittorino è lampante la scarsa stabilità degli argini dei due lati del torrente dovuta all’intasamento di fango e alla presenza di numerosissimi alberi nell’alveo del fiume Tescio per tutti i 16 km di corso.
Per visionare l’alveo del fiume il sopralluogo è proseguito risalendo il bosco di San Francesco gestito dal Fai dove i danni del maltempo di poco più di un mese fa sono stati ingenti; qui alcuni lavori di ripristino sono stati eseguiti ma molti cammini sono impraticabili e parecchi sono ancora i residui di detriti, alberi e altri rifiuti arrivati da monte.
Quasi alla fine del bosco è stato controllato anche un ponte dove le condutture dell’acquedotto che porta acqua ad Assisi capoluogo sono state letteralmente spezzate dalla violenza del maltempo e la società Umbra Acque è intervenuta subito con una soluzione provvisoria per evitare che una popolazione intera restasse senza acqua.
Proseguendo, i tecnici si sono spostati risalendo a monte il corso del fiume verso le aree di montagna dove, all’indomani del nubifragio, erano state riscontrate le maggiori criticità sui versanti del Tescio e dei vari reticoli secondari, in particolare a Pian della Pieve, Sant’Anna, Paradiso, Madonna dei Tre Fossi, fosso e Ponte Marchetto , Porziano, Brigolante e Ponte Grande, Mulino Brunacci e l’intera valle del Tescio.
Qui e in altre zone come Santa Maria di Lignano, Madonna dei tre Fossi, Le Case, Costa di Trex, Satriano, Armenzano, San Bartolomeo e Palombara, l’amministrazione comunale ha già provveduto con oltre 120 mila euro del capitolo somma urgenza per sistemare in prima battuta le strade diventate arterie di fango e detriti e garantire le minime condizioni di circolazione e sicurezza. Sempre nel corso dei sopralluoghi sono stati ispezionati i luoghi dove si sono verificati smottamenti, avvallamenti e frane, come lungo la strada Sant’Anna- Paradiso e nei pressi di Costa di Trex.
Oltre 100 sono state le segnalazioni pervenute all’ufficio della Protezione civile comunale.
Sempre nel pomeriggio, i tecnici della Protezione civile nazionale, della Regione e questa volta della Provincia di Perugia, insieme al sindaco di Assisi che è anche presidente della Provincia, si sono recati lungo la strada regionale ex statale 444 che collega Assisi a Gualdo Tadino dove un’imponente frana ha invaso la carreggiata costringendo a una mobilità alternativa.
“E’ stato importante recarsi sui luoghi danneggiati dal maltempo di giugno scorso – ha detto il sindaco – perchè così è stato possibile per i tecnici della Protezione civile nazionale rendersi conto, toccare con mano, gli effetti del nubifragio che ha scaricato oltre 200mm di pioggia in un tempo molto ristretto provocando l’esondazione del Tescio e danni in tutto il territorio della montagna di Assisi. Con i sopralluoghi sarà possibile quantificare i danni e, auspicando che venga riconosciuto lo stato di emergenza nazionale, per ripristinare il territorio e garantire le condizioni di sicurezza e di vivibilità delle persone che abitano in queste zone e curano un ambiente fragile e di interesse comunitario come la montagna di Assisi ”.
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