Sindaco Proietti a Paesaggio, intervenire su rischi naturali e conservare bellezza

E' difficile riqualificare ma è possibile ascoltando l'esigenze di un territorio

Sindaco Proietti, Paesaggio rischi naturali e conservare la bellezza
SINDACO ASSISI STEFANIA PROIETTI

Sindaco Proietti, Paesaggio rischi naturali e conservare la bellezza

ASSISI – «Il Comune di Assisi intende andare, entro il 2026, a consumo di suolo “zero”, ventiquattro anni prima della legge nazionale, ma questo non toglie che dobbiamo andare ad intervenire laddove ci sono criticità». Il sindaco, Stefania Proietti, oggi è intervenuta a Palazzo Bernabei al seminario: “Paesaggio/ intervenire sui rischi naturali, conservare la bellezza”. Al tavolo, tra gli altri, Ilaria Borletti Buitoni, sottosegretario di Stato al ministero dei beni culturali, Marina Bon Valsassina, direttore generale archeologia, belle arti e paesaggio, Franco Moriconi, rettore dell’unversità degli studi di Perugia.

«Il tema è emergenziale – ha detto il sindaco, ricordando la “bomba d’acqua” del luglio 2016 – per le pubbliche amministrazioni, come i Comuni che sono deputati al governo del territorio. Parlare di rischi naturali e disegno del paesaggio, sono due sfide in una, che tutti i giorni ci riguardano. E questo non solo nella progettazione urbanistica, ma anche nella vita quotidiana».

Il sei luglio dello scorso anno ci fu un nubifragio improvviso e fortissimo. Interessò un po’ tutta la regione, ma anche e in particolare l’Assisiate. Avvenne di sera e il sindaco si trovò a vivere un’emergenza che, in fondo, sembrava neanche appartenere al territorio Assisiate e invece, davanti al cambio di clima della Terra, non è più così.

«Mi sono resa conto – ha detto – da sindaco e non più da cittadino, di come le condizioni meteo possano cambiare, in modo repentino e travolgente, anche da noi in relazione a quello che è il cambiamento climatico del Pianeta. E come tutto questo interagisca con le nostre infrastrutture».

 Assisi, una città in cui il territorio reggeva, improvvisamente si allaga e con situazioni di emergenza. Un cambiamento climatico che non riguarda più, quindi, soltanto territori come l’Africa o le isole del Sud Est Asiatico, ma i nostri territori.

«In particolare – ha detto – quando lo sconvolgimento climatico si connette alle situazioni di governo del territorio e ad infrastrutture carenti, determina anche il pericolo per la vita dei cittadini».

E’ difficile riqualificare ma è possibile ascoltando l’esigenze di un territorio

Riprendendo un passaggio di Diego Zurli, direttore regionale del governo del territorio, Proietti ha rammentato che “L’urbanista, quindi, deve essere un artista, una figura professionale in grado di coniugare ciò che serve per la sicurezza del territorio con il mantenimento e la mangnificazione delle bellezze che esso presenta”.

Nel progettare il nuovo, è stato detto nel corso dei lavori a Palazzo Bernabei, si deve tenere conto delle condizioni in cui si è oggi, che si tenga, dunque, in debito conto del cambiamento climatico, delle maggiori esigenze che un territorio richiede. 

L’imperativo per Stefania Proietti è “andare a vedere laddove si presentano criticità”. «Chi vuol costruire – dice -, avedo i titoli per farlo, non può non tenere conto della infrastrutturazione e se questa è mancante non può non realizzarla prima di avviare la costruzione. E’ una sfida che rientra benissimo nello studio e nella innovazione che è portata avanti anche da un gruppo di studio dell’Università». Una sfida, quindi, per l’urbanista che è chiamato a pensare ad un paesaggio, disegnato in maniera funzionale, progettato anche sulla sociologia e sulle esigenze di una città.

E qui il sindaco Proietti parla del centro storico della Città di Assisi: «Sì – conferma – la nostra Acropoli vive un abbandono vecchia di vent’anni, derivante probabilmente da quello che è successo nel 1997, dal momento del terremoto. Tante attività furono chiuse, lo stesso Comune si è dovuto, forzatamente, spostare». Centri storici, quindi, progettazione del nuovo o riqualificazione dell’esistente, una sfida sulla quale, anche nel territorio di Assisi, c’è molto da lavorare.

Non se lo nasconde, infatti il sindaco, anzi dice, rivolgendosi agli esperti seduti davanti a lei, che riqualificare è molto più oneroso,  in termini progettuali e anche di spesa. 

«E’ difficile riqualificare – afferma -, ma è possibile. E in fondo – sottolinea con forza – si tratta di essere chiamati ad elaborare un’opera creativa». E qui cita l’architetto Gregotti. «In televisione – racconta – disse che, progettare e e riqualificare è un lavoro di energia. Dall’energia creativa si possono affrontare anche le sfide come il dissesto idrogeologico, che oggi è una vera emergenza, la sicurezza del territorio, i rischi naturali. Ma anche – annota – le funzioni di una città sempre più sfidanti, anche perché cambia la popolazione delle città stesse».

 

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