
Proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori alla Mignini-Petrini
Proclamato lo stato di agitazione – Nella giornata di ieri si sono tenute due assemblee sindacali alla Mignini-Petrini, azienda che produce mangimi per animali con 80 dipendenti in Umbria. Ampia la partecipazione dei lavoratori e delle lavoratrici, spinti dalla grande preoccupazione relativa al futuro produttivo ed occupazionale di questa azienda.
“Da tempo – scrivono in una nota i sindacati Flai Cgil, Uila Uil e la Rsu di stabilimento – come rappresentanze sindacali denunciamo la quasi assenza della proprietà e il mancato confronto con i manager aziendali su questione diventate drammaticamente urgenti”.
In particolare, i sindacati individuano come criticità:
- la riduzione dei volumi produttivi; l’utilizzo obbligato di ferie imposto agli operai dell’azienda (mandando in negativo il saldo già dal mese di settembre);
- l’indebolimento del “commerciale”, a seguito di dimissioni di alcuni agenti addetti alle vendite in tutto il territorio nazionale e non sostituti;
- le insufficienti relazioni sindacali che determinano la mancanza di attenzione e rispetto dei lavoratori e delle lavoratrici dell’azienda; l’assenza di un piano strategico aziendale di fronte alla crisi economica e sociale aggravata dal “caro energia”;
- la mancata reinternalizzazione dei lavori dati in appalto durante la pandemia (promessa davanti al Prefetto).
“Dopo l’ultima richiesta di incontro inviata a fine agosto – continuano Flai, Uila e Rsu – senza nessun riscontro, i lavoratori e le lavoratrici ci hanno dato pieno mandato a mettere in campo le azioni necessarie per il ripristino regolare delle relazioni sindacali, proclamando, a partire da oggi lo stato di agitazione di tutto il personale”.
“In ultima analisi – concludono i sindacati e la Rsu Mignini-Petrini – chiediamo che si ritorni a lavorare immediatamente il lunedì e il venerdì prossimi, con il relativo pagamento delle giornate non lavorate sinora e che si convochi immediatamente l’
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