
Biblioteca comunale bene che giace inutilizzato ad Assisi
da Maurizio Terzetti
In via San Francesco, tra Palazzo Vallemani e il Monte Frumentario, c’è un altro bene patrimoniale che giace inutilizzato e ben al di sotto delle sue potenzialità. Giace a terra. Non proprio, perché la Biblioteca comunale, che fa praticamente corpo unico con Palazzo Vallemani, i suoi tre piani di salita, ancorché ben assistiti dell’ascensore, li richiede.
Arrivati lassù, però, ci si accorge che vale la pena passare un po’ di tempo nei locali ristrutturati e ammodernati, che comprendono anche una sala per i più piccoli lettori.
Vale la pena per la vista che si gode dalle finestre delle sale di lettura, vale la pena per la disponibilità, la cortesia e la professionalità degli operatori che ti accolgono, vale la pena, infine, per quel poco o per quel tanto di sopravvivenza di memoria letteraria di Assisi che lì è conservata.
Guardate la copertina di questo libro del 1913, voluto dalla Società internazionale di Studi francescani: una raccolta di versi di Mariano Falcinelli Antoniacci, una veste editoriale Liberty messa in evidenza dall’ottima illustrazione di Carlo Taddei, la traduzione in inglese del libro, la testimonianza che è stata tentata, allora, un’operazione editoriale che anche oggi saremmo ben disposti a sottoscrivere e a lanciare.
Allora mi chiedo un po’ di cose e rifletto: la Biblioteca comunale di Assisi sarà pur ricca di gioielli letterari sui quali fermare un po’ l’attenzione, dei residenti e degli ospiti di Assisi, di tanto in tanto!
Come eravamo noi, qualche libro fa?
Attenzione: la Biblioteca comunale non è chiusa come Il Pincio (del quale domani, 11 marzo, ricorrono tre mesi dalla chiusura).
La Comunale è aperta regolarmente e l’assenza di eventi culturali, letterari e giornalistici nei suoi ambienti è, se possibile, ancora più pesante di quella del Pincio.
Anche perché io non penso, in Biblioteca, ad appuntamenti culturali pesanti e accademici, ma comodamente accompagnati da momenti musicali con brani che hanno l’età dei libri dei quali si parla e da vive letture a interpretazione dei testi.
Pensiamo per un attimo di applicare questo modello organizzativo alla presentazione del libro di Falcinelli Antoniacci e Taddei e avremo un’idea di quello che si può fare.
E se qualcuno obiettasse che la parte forse più interessante della Comunale sta nel Fondo Antico ben custodito nella Biblioteca del Sacro Convento, risponderei che, una volta tanto, il Comune potrebbe proporre l’organizzazione di simili appuntamenti alla Biblioteca francescana, portando con ciò i frati su una sua, seppur piccola, iniziativa.
Un segnale modesto, forse, ma sicuramente dignitoso.
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