Equitazione, Sport e Salute, oggi una conferenza con il professor Gian Ludovico Rapaccini [VIDEO]

E' dirigente dell'Unità Operativa Complessa di Medicina interna e Gastroenterologia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, Policlinico A. Gemelli di Roma

Equitazione, Sport e Salute, oggi una conferenza con il professor Gian Ludovico Rapaccini

Equitazione, Sport e Salute, oggi una conferenza con il professor Gian Ludovico Rapaccini

ASSISI – “Equitazione, Sport e Salute” è il titolo della conferenza del professor Gian Ludovico Rapaccini, dirigente dell’Unità Operativa Complessa di Medicina interna e Gastroenterologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Policlinico Gemelli di Roma, che si è tenuta sabato 13 maggio nella sala della Conciliazione del Comune di Assisi.  Ippoterapia, prevenzione e riabilitazione di specifiche patologie, ad esempio del fegato, sono stati i temi della relazione nella quale sono stati sottolineati i benefici collegati alla pratica di alcuni sport equestri per la salute, anche dei soggetti sani.

«Il primo uomo di scienza a comprendere l’importanza del cavallo per la salute dell’uomo fu Ippocrate di Coo nel IV secolo a. C..», ha detto il professor Rapaccini, che ha ricordato come «Giuseppe Benvenuti nel 1759 pubblicò i primi dati con il valore scientifico dell’epoca sull’efficacia dell’esercizio fisico con il cavallo in varie patologie».

«E’ dai primi anni ’70 del secolo scorso – ha detto l’esperto – che si è sistematicamente dato valore e organizzata l’attività fisico/sportiva a cavallo nella prevenzione nel trattamento e nella riabilitazione di numerose patologie, in primo luogo quelle cardiovascolari, metaboliche, neurologiche, muscolo-articolari e gastroenterologiche».

L’ippoterapia, propriamente detta per le disabilità di vario tipo, congenite ed acquisite, è la pratica per eccellenza, nella quale l’impiego del cavallo ha ampiamente documentato il suo valore anche con rigorose valutazioni scientifiche. «Più recentemente osserva Rapaccini si è attribuito grande valore all’attività fisico-sportiva equestre anche nel soggetto sano, come prevenzione dei processi dell’invecchiamento, della comparsa di patologie autoimmuni e neoplastiche».

«In tal senso – evidenzia il professore – si dà peso all’attività fisica in genere e a quella esercitata grazie al cavallo in particolare nell’allungamento della vita media della popolazione a cui si sta assistendo».

Nello specifico campo gastroenterologico, in particolare, esiste una solida letteratura sul ruolo integrativo con le tradizionali terapie farmacologiche dell’attività fisica e Sportiva nel trattamento delle malattie croniche di fegato, segnatamente di quelle da alterazioni metaboliche, e delle malattie infiammatorie croniche intestinali (MiCi).

“In entrambe le patologie – rileva Rapaccini – l’effetto favorevole dell’attività fisica è stato documentato, oltre che con il miglioramento dei sintomi di malattie riferito dai pazienti, anche dal miglioramento del dati istologico ottenuto con biopsie epatiche nelle epatopatie e dell’aspetto endoscopico della mucosa del colon nelle malattie intestinali”. “Ovviamente il tipo, il grado e l’intensità dell’attività Fisico-sportiva da praticare devono essere scelti caso per caso in base a una grande serie di variabili – conclude l’esperto – viene così a configurarsi un nuovo tipo di unità assistenziale formata da medico specialista, fisiatra, istruttore della attività fisico-sportiva, nutrizionista e da tutte le altre eventuali figure professionali implicate nella gestione del singolo paziente 17».

Equitazione, Sport e Salute, ad Assisi la conferenza con il professor Rapaccini

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