Assisi, Franco Matarangolo, nostaglia del manganello

Non siamo più un’isola felice, d’altronde chi lo è più di questi tempi

Caro Eugenio, sarò un torzone, ma non ho capito
FRANCO MATARANGOLO

Assisi, Franco Matarangolo, nostaglia del manganello

da Franco Matarangolo consigliere comunale PD
ASSISI – Ogni tanto sui giornali locali il sindaco emerito, Giorgio Bartolini, che se fosse un vino si definirebbe “passito”, batte un colpo per far vedere che è vivo politicamente e lotta insieme a noi per individuare le azioni che servono a migliorare la vita dei cittadini. Lo fa occupandosi, però, di materie che conosce solo a spanne.

E così attribuisce al sindaco il potere di risolvere con una becchetta magica tutti i problemi, molte volte indotti da chi sulla paura della gente lucra il consenso, legati alla sicurezza e al decoro urbano. Nel suo ultimo intervento su queste materie fa commistione tra misure amministrative previste per semplici illeciti amministrativi e la repressione di veri e propri reati, che possono essere perseguiti da autorità diverse dal sindaco, con strumenti più adeguati alla bisogna. Qualche vecchio saggio direbbe che mischia la lana con la seta.

La legge cui fa cenno l’emerito, decreto legge n. 14/2017, amplia ma non di molto le competenze del sindaco, quale rappresentante della comunità locale: può adottare ordinanze dirette a superare situazioni di grave incuria o degrado del territorio o di pregiudizio del decoro e della vivibilità urbana; in particolare per tutelare la tranquillità e il riposo dei residenti, anche con interventi in materia di orari di vendita e di somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche; lo può fare anche in relazione allo svolgimento di specifici eventi, quando il sindaco può disporre queste restrizioni con ordinanza non contingibile e urgente e per un periodo comunque non superiore a trenta giorni.  

Questo tipo di ordinanze che il sindaco può adottare, quale ufficiale del Governo ex art. 54 T.U. Enti locali, sono dirette a prevenire e contrastare le situazioni che favoriscono l’insorgere di fenomeni criminosi o di illegalità, quali lo spaccio di stupefacenti, lo sfruttamento della prostituzione, l’accattonaggio con impiego di minori e disabili, o fenomeni di abusivismo, quale l’illecita occupazione di spazi pubblici, o di violenza, anche legati all’abuso di alcool o all’uso di sostanze stupefacenti.

Prima chiosa che si può fare all’articolo dell’emerito è che l’accattonaggio che si può perseguire con questo strumento è solo quello molesto, fatto con impiego di minori o disabili, che nel nostro ordinamento è ancora un reato, a differenza del semplice tendere la mano per ricevere qualche spicciolo. Altro aspetto sottaciuto dal nostro è che queste ordinanze, come è pacifico per gli addetti ai lavori anche a seguito dell’intervento della Corte costituzionale, possono essere adottate solo in via preventiva, sono rivolte ad una generalità di persone e debbono riguardare fenomeni imprevedibili e imprevisti, che non possano essere fronteggiati con i mezzi ordinari.

Quali strumenti restano al sindaco, quando avrà avuto l’accortezza di prevedere nel regolamento di polizia urbana le aree urbane su cui insistono musei, aree e parchi archeologici, complessi monumentali o altri istituti e luoghi della cultura interessati da consistenti flussi turistici, ovvero adibite a verde pubblico, alle quali si applicano le disposizioni della legge richiamata: una sanzione amministrativa raddoppiata e l’allontanamento del reprobo dal luogo per una durata massima di quarantotto ore.

Il famoso daspo urbano, quello di un certo impatto, è di competenza del questore, che deve ricevere notizia del primo e limitato allontanamento, e che, in caso di reiterazione della condotta e qualora possa derivare pericolo per la sicurezza, può disporre per un periodo non superiore a sei mesi il divieto di accesso a dette aree. Come si vede un complesso iter burocratico, che nasce dalla necessità da parte del legislatore di conciliare diversi principi protetti dalla Costituzione, non si può semplificare coma fa l’emerito, che forse ha nostalgia del manganello e dell’olio di ricino.

Gli altri fenomeni citati da Bartolini, come la vendita di oggetti contraffatti o il racket dei parcheggiatori abusivi con le minacce connesse, configurano veri e propri reati, di gravità non secondaria. L’unica possibilità, non solo di reprimere, ma anche di prevenire questi episodi è il presidio del territorio da parte delle forze dell’ordine.

Ed è la cosa che sta avvenendo sempre più, anche per l’ottima collaborazione tra l’amministrazione comunale e i comandi di Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza. Non siamo più un’isola felice, d’altronde chi lo è più di questi tempi, ma non siamo nemmeno tornati ai tempi del brigantaggio.

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