
Religioni e cammino dell’uomo, se ne parla con Christo ad Assisi
da Erika Pontini de La Nazione
ASSISI – Il colpaccio dei frati quest’anno si chiama Christo, uno dei nomi dell’arte italiana più conosciuti a livello internazionale. E’ solo uno tra artisti, intellettuali e politici di fama al centro di un cammino di ‘riflessioni’ che dal 14 settembre trasformerà Assisi nel teatro del ‘Cortile di Francesco’.
Quaranta gli incontri, 60 i relatori, 100 i giornalisti di tutto il mondo già accreditati, tremila le persone attese anche da Svizzera, Stati Uniti, Argentina e Colombia per una tre giorni ad altissimo livello. In ‘cartellone’, tra gli altri, il filosofo Massimo Cacciari, la giornalista Lucia Annunziata, l’architetto Stefano Boeri, il filosofo Umberto Galimberti, il cardi- nal Gianfranco Ravasi, il politico Romano Prodi, il musicista Uto Ughi, Christo Yavachev e Rula Jebreal.
«Il tema del cammino ci interessa in modo significativo e ci permette di percepire il nostro li- mite di creature e capire che l’uno ha bisogno dell’altro e viceversa – spiega il direttore della sala stampa francescana, padre Enzo Fortunato – E’ un tema che coniuga gli obiettivi del mondo laico e del mondo cristiano, due figure quella di Abramo per il mondo biblico e quello di Ulisse per i laici che ci dicono inevitabilmente che l’uomo è in cammino».

Ma dove sta andando l’uomo? «Le riflessioni che si snoderanno ad Assisi faranno emergere il dove, il perché, il come e il quando. Roberto Calasso, in una delle rare occasioni che interviene in pubblico si confronterà con il cardinal Ravasi, a chiusura dell’evento, per parlarci proprio di Abramo e Ulisse.
Una chiusura affascinante perché ci permetterà di cogliere i punti di contatto». Perché questa iniziativa culturale di ampio respiro? «E’ una proposta che facciamo come Comunità francescana supportati dal Pontificio consiglio per la cultura, dall’associazione Oikos e dal presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti».
L’obiettivo non è portare persone ad Assisi ma interrogarsi sul cammino dell’uomo, in che modo? «Animando la riflessione che aiuta l’uomo a stare meglio con l’altro, la cosa che notiamo è che ponendo agli interlocutori la figura di Francesco o, per dirla con Grado Merlo ‘frate Francesco’ cogliamo un interesse vivo e forte.
Ci permette di capire le mille sfaccettature del carisma di Francesco declinate con la parola cammino, non l’uno contro l’altro, non l’uno sopra l’altro ma l’uno per l’altro».
Un’iniziativa che ritorna proprio in un momento in cui il mondo è scosso dai recenti episodi di terrorismo.
Quale messaggio potrà arrivare dal Cortile di Francesco? «Guardando quello che sta accadendo la risposta non è la violenza, la debelliamo in tutti i modi ma Assisi, con la sua spiritualità e con la sua intensità può rappresentare il possibile cammino tra fedi diverse, fra musulmani e cristiani e culture diverse. Dobbiamo crescere tutti nella logica dell’apprezzamento dell’altro. Francesco in questo è un esempio luminoso. Io credo che Assisi ci faccia comprendere che nulla è grande di fronte a Dio ma tutto ugualmente degno».
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