
Turisti ad Assisi? Francesco Mignani dà consigli ai nuovi amministratori. L’esperienza amministrativa che mi ha visto protagonista, in qualità di Assessore alla Scuola e allo Sport, e nell’organizzazione di vari eventi legati alla promozione delle attività turistico-culturali, quali: il Giro d’Italia del 2012, il Premio Campiello, Il premio letterario “Città di Assisi”, la Marcia delle “Otto porte” e le tre edizioni dell’ “Assisi Festival International ” ed altro….mi permetto di avanzare dei modesti consigli ai nuovi amministratori. Uno dei problemi del nostro turismo è rappresentato dal fatto che non conosciamo le caratteristiche dei visitatori e sarebbe opportuna una anagrafe del turista al momento del suo passaggio in Assisi, proprio come succede in altre città del mondo. Occorre capire chi viene, da dove, e per quale motivazione, per favorire la sua permanenza, presentandoci con delle offerte diversificate, calate sulla persona, sulla famiglia, sul gruppo, sui giovani. Una bella sfida? Certamente sì.
Altri stati, quali la Svizzera, in questo sono molto attrezzati. Lì, l’ufficio turistico locale coordinato con quello centrale, individua attraverso la compilazione di un questionario, non solo le generalità, ma anche la tipologia del viaggio e l’interesse sulla natura del soggiorno del visitatore in quel luogo. Il risultato è ricevere ogni quattro mesi una proposta diversificata di vacanza, con le opportunità del caso, sconti, feste, eventi. Il tutto per favorire un ritorno in quei luoghi.
Noi non conosciamo nulla ad esempio della moltitudine di pellegrini “mordi e fuggi” che transitano in Assisi. Sappiamo solo che non dormono qui e che sono in visita per poche ore e che “consumano” la città e restituiscono poco alla stessa.
Penso sia il caso a tal proposito, di individuare le loro generalità, ma soprattutto il motivo della visita che limitandosi ad una presenza frettolosa, non si potrebbe definire neanche legata alla spiritualità o alla cultura, ma alla semplice opportunità di un viaggio, che comprende più città, di cui Assisi, rappresenta una delle tappe.
Questa tipologia di turista rappresenta l’80% delle presenze, un numero importante, perché non pensare di attirare la loro attenzione, ed indicare loro quali occasioni potrebbero cogliere con una permanenza più lunga in un territorio così ricco di potenzialità che invece a stento conoscono? Dobbiamo favorire un loro ritorno, catturare l’interesse, non è cosa semplice, occorre proporre forti motivazioni. Abbiamo la possibilità di offrire loro dei pacchetti che incentivino tutto questo anche attraverso l’uso del web e delle app. Lo stesso portale informativo del comune, può aiutarci in tal senso, ma anche attraverso una politica dell’accoglienza quotidiana che sia percepita ed applicata da ogni singolo cittadino.
Perché non prevedere degli “steward delle città”? Ragazzi ai quali dare un’opportunità di lavoro, capaci di accogliere i turisti (forniti di tablet e pratici veicoli elettrici) e capaci di rendersi utili nel fornire informazioni e ampia disponibilità per le esigenze più disparate. Abbiamo molto da offrire ai visitatori: arte, cultura, ambiente, tempo libero, sport, gastronomia, eventi culturali, spazi museali, folclore, ma sono elementi che vanno coordinati in una o più offerte turistiche, che attualmente non si riescono ad organizzare e divulgare.
Inoltre non manca la professionalità per fare tutto questo. Attraverso le realtà culturali ed associative presenti nel territorio, le creatività e le competenze da mettere in gioco sono elevatissime. Tutto questo per realizzare con le nostre forze un palinsesto di eventi, capace di coprire l’intero programma culturale e di intrattenimento annuale. Destare interesse, stupore, rivolgersi alle componenti emotive ed emozionali del futuro visitatore, attraverso un coinvolgimento diretto della persona, per farlo SENTIRE PRESENTE sulle attività che si andranno a proporre. Il Kalendimaggio ad esempio, ha dalla sua queste qualità che vanno valorizzate.
Cogliere gli aspetti sensoriali, colpire nell’immaginario con preparazione e qualità dell’offerta e nelle nostre potenzialità. Occorre quindi darsi una mossa, con un lavoro di intelligence, in cui tutti facciano la loro parte. Serve un coordinamento tra i settori interessati all’accoglienza, alla ricettività che siano capaci di un intenso lavoro di programmazione, che coinvolga tutti, ma proprio tutti, anche ogni singolo cittadino, pronto di adattarsi con stile alla politica delle nuove frontiere turistiche.. Occorrono inoltre forze giovani, capaci e motivate per realizzare tutto questo e dei messaggi chiari attraverso la vendita del brand di Assisi in tutto il mondo.
Parlare di Assisi in ogni luogo non solo in termini di spiritualità, di pace e di fratellanza, ma anche per gli aspetti legati al LUOGO inteso come punto di riferimento per esaltare i valori della persona e delle peculiarità della vita. Sorriso, entusiasmo, partecipazione, benessere, coinvolgimento, positività sono le parole d’ordine da perseguire. La crisi di presenze, non solo in termini di qualità, ma anche di quantità, tra l’altro ci dice che dobbiamo far presto e soprattutto che non dobbiamo più sbagliare.
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